Gli occhi di Argo. Un’indagine sugli sviluppi testuali e iconografici di un mito ovidiano a partire dalle Trasformationi di Lodovico Dolce e Giovanni Antonio Rusconi
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Parole chiave

Metamorfosi
Ovidio
Iconografia
Sopravvivenza dell'antico
Argo

Come citare

Capriotti, G. (2022). Gli occhi di Argo. Un’indagine sugli sviluppi testuali e iconografici di un mito ovidiano a partire dalle Trasformationi di Lodovico Dolce e Giovanni Antonio Rusconi. Finxit. Dialoghi Tra Arte E Scrittura Dal Medioevo all’Età Moderna, 1, 89–112. Recuperato da https://finxit.it/index.php/finxit/article/view/7

Abstract

A partire dalle xilografie prodotte da Giovanni Antonio Rusconi per illustrare le Trasformationi di Lodovico Dolce, un volgarizzamento delle Metamorfosi di Ovidio uscito in prima edizione nel 1553, il saggio analizza la fortuna iconografica e letteraria di Argo raffigurato con gli occhi su tutto il corpo. Mentre Ovidio descrive infatti il custode di Io come un pastore con cento occhi sul capo, numerose altre fonti letterarie e iconografiche, dall’antichità al Rinascimento, presentano Argo come un guardiano dal corpo tempestato di occhi. Il saggio propone di leggere questa ed altre discrepanze iconografiche presenti nelle stampe di Rusconi come il portato del riattivarsi di una forte immagine antica, capace di vivere di vita propria.

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