Finxit. Dialoghi tra arte e scrittura dal Medioevo all’Età moderna https://finxit.it/index.php/finxit La rivista "Finxit. Dialoghi tra arte e scrittura dal Medioevo all’Età moderna" è aperta a chiunque sia interessato alle convergenze e alle interazioni tra prodotto artistico, parola scritta e contesto geografico e storico-culturale. it-IT redazione@finxit.it (Redazione Finxit) redazione@finxit.it (Redazione Finxit) Tue, 19 Dec 2023 08:17:00 +0000 OJS 3.3.0.8 http://blogs.law.harvard.edu/tech/rss 60 La memoria in tasca. Sui taccuini e il loro uso tra Medioevo ed Età Moderna https://finxit.it/index.php/finxit/article/view/17 <div class="page" title="Page 174"> <div class="layoutArea"> <div class="column"> <p>Partendo da alcune riflessioni di Roberto Longhi, e servendosi del volume di Emanuele Pellegrini come punto di riferimento, l’autrice trae alcune conclusioni sul rapporto sempre più precario nel mondo contemporaneo con i mezzi scrittori tradizionali, sostituiti quasi completamente da strumentazioni digitali anche nella produzione artistica.</p> </div> </div> </div> Eliana Carrara Copyright (c) 2023 Eliana Carrara https://creativecommons.org/licenses/by-nc-nd/4.0 https://finxit.it/index.php/finxit/article/view/17 Tue, 19 Dec 2023 00:00:00 +0000 Con dannosa fatica e le sole mani. La rappresentazione del labor tra figurazione, scrittura e sostegni antropomorfi: osservazioni su qualche caso medievale (secoli XII-XIV) https://finxit.it/index.php/finxit/article/view/11 <div class="page" title="Page 32"> <div class="layoutArea"> <div class="column"> <p>Considerando i telamoni scolpiti d’ambito wiligelmico affiancati e connotati da iscrizioni, solitamente di breve estensione, i cui versi sembrano essere direttamente pronunciati dal personaggio e rivolti allo stesso osservatore, il tema iconografico del sostegno antropomorfo offre un interessante spazio di riflessione utile all’indagine del connubio tra scultura, scrittura e fruitore. Ragionando sulle possibili implicazioni metatestuali e su come la relazione possa chiarificare l’iconografia del telamone, il presente contributo percorre alcuni degli episodi di tale itinerario guardando non solo alle iscrizioni che corrono attorno al pulpito commissionato a Giovanni Pisano per la cattedrale di Pisa, ma anche alle immagini dantesche che, tra <em>Purgatorio</em> X e XI, tentano di spiegare al lettore l’atroce pena dei Superbi, costretti a portare su di sé pesanti massi, com’è il caso del miniatore Oderisi.</p> </div> </div> </div> Ilaria Matteoni Copyright (c) 2023 Ilaria Matteoni https://creativecommons.org/licenses/by-nc-nd/4.0 https://finxit.it/index.php/finxit/article/view/11 Tue, 19 Dec 2023 00:00:00 +0000 La tavola di sant’Agata. Immagine devozionale, oggetto taumaturgico, opera d’arte fra tradizione storiografica e analisi documentaria https://finxit.it/index.php/finxit/article/view/12 <div class="page" title="Page 52"> <div class="layoutArea"> <div class="column"> <p>La Tavola di sant’Agata, dipinta per l’omonima chiesa di Cremona, è un’opera d’arte di alta qualità pittorica probabilmente realizzata in area veneziana all’inizio del XIV secolo. Ė un manufatto dalla natura complessa, interpretato nelle varie fasi della sua storia come immagine devozionale, oggetto taumaturgico, reliquiario e infine reliquia. La mancanza di documenti sulle sue origini e sui primi secoli della sua permanenza in chiesa ha generato racconti in cui si sono mescolate e sovrapposte le vicende e la cronologia di tre oggetti ben distinti fra loro, accomunati dall’essere identificati dal termine ‘tavola’ e dal legame con la santa siciliana. In questa sede, attraverso l’analisi delle fonti bibliografiche e dei documenti d’archivio si analizza l’interazione fra il prodotto artistico e la parola scritta e come essa ha condizionato il modo di interpretarne la natura.</p> </div> </div> </div> Mariella Morandi Copyright (c) 2023 Mariella Morandi https://creativecommons.org/licenses/by-nc-nd/4.0 https://finxit.it/index.php/finxit/article/view/12 Tue, 19 Dec 2023 00:00:00 +0000 Dal manoscritto al muro. Immagini e scrittura degli affreschi nel chiostro del duomo a Bressanone https://finxit.it/index.php/finxit/article/view/13 <div class="page" title="Page 84"> <div class="layoutArea"> <div class="column"> <p>Gli affreschi quattrocenteschi del chiostro della cattedrale di Bressanone sono stati a lungo collegati a manoscritti devozionali assai diffusi come lo <em>Speculum humanae salvationis</em> e la <em>Biblia pauperum</em>. La decorazione murale di quasi metà delle campate è costituita non solo da immagini, ma anche da lunghi brani scritti tratti da queste opere con una fedeltà quasi letterale. Tuttavia, non è ancora stato condotto un esame approfondito di questo trasferimento intermediale dalla pagina manoscritta alla superficie muraria e delle diverse implicazioni e sfide che esso dovette comportare. Si può mostrare che il riferimento ai due ben noti testi devozionali rimane riconoscibile non solo per quanto attiene al contenuto, ma anche per quanto riguarda aspetti formali come la disposizione dell’immagine e della scrittura. La riproposizione su muro di materiali al tempo conosciuti poté da un lato agevolare la comprensione del ciclo murale, dall’altro guidare il movimento dei diversi spettatori nello spazio del chiostro secondo modalità analoghe a quelle attraverso cui avveniva la ricezione dei manoscritti dello <em>Speculum humanae salvationis</em> e della <em>Biblia pauperum</em>.</p> </div> </div> </div> Antonina Tetzlaff Copyright (c) 2023 Antonina Tetzlaff https://creativecommons.org/licenses/by-nc-nd/4.0 https://finxit.it/index.php/finxit/article/view/13 Tue, 19 Dec 2023 00:00:00 +0000 Astitit regina. Corona regale e libertà repubblicana nel linguaggio figurativo e letterario della nobiltà genovese https://finxit.it/index.php/finxit/article/view/14 <div class="page" title="Page 112"> <div class="layoutArea"> <div class="column"> <p>La classe aristocratica che dirige la Repubblica genovese ha il costante compito di garantire la stabilità interna e l’autonomia dalle ingerenze esterne. Gli scritti polemici ed esortativi sull’attività del governo trovano eco presso i nobili più attenti alla gestione del potere. I testi letterari si possono trasformare talvolta in messaggi figurativi che vengono esibiti nelle ricche dimore nobiliari. Un caso sorprendente è quello del doge Giacomo Lomellini che all’inizio del Seicento riproduce in una serie di affreschi un poema che Ansaldo Cebà aveva dato alle stampe con l’intento di educare il ceto dirigente alla salvaguardia della libertà e alla pratica delle virtù civili. La corona, considerata tradizionalmente icona del potere, diventa l’immagine di un percorso culturale e figurativo che pone in evidenza le contraddizioni e le aspettative insite nella rappresentazione della regalità.</p> </div> </div> </div> Gaia Leandri Copyright (c) 2023 Gaia Leandri https://creativecommons.org/licenses/by-nc-nd/4.0 https://finxit.it/index.php/finxit/article/view/14 Tue, 19 Dec 2023 00:00:00 +0000 «Ma seconde prétention»: la storia dell’incisione secondo Florent Le Comte https://finxit.it/index.php/finxit/article/view/15 <div class="page" title="Page 136"> <div class="layoutArea"> <div class="column"> <p>L’articolo si propone di indagare gli elementi di novità nella storia dell’arte incisoria narrata da Florent Le Comte all’interno del suo <em>Cabinet des singularitez</em> (Parigi 1699-1700; Bruxelles 1702). Ponendosi alla fine di un secolo che aveva visto proliferare il ricorso alla letteratura artistica in lingua italiana, l’autore si affida alle varie traduzioni della vasariana <em>Vita di Marcantonio Bolognese</em> confluite all’interno delle opere di André Félibien, Pierre Monier e Pierre Daret: si esamineranno dunque i criteri secondo i quali ciascun autore, mosso da specifiche esigenze teoriche, ha tradotto e integrato il testo vasariano; quindi si evidenzieranno e contestualizzeranno gli apporti originali di Le Comte rispetto agli antecedenti francesi.</p> </div> </div> </div> Lisa Battagliotti Copyright (c) 2023 Lisa Battagliotti https://creativecommons.org/licenses/by-nc-nd/4.0 https://finxit.it/index.php/finxit/article/view/15 Tue, 19 Dec 2023 00:00:00 +0000 «An Orientalizing fad of the Sienese»: Reading Arabic Pseudo-Inscriptions from the mid-19th to the mid-20th century https://finxit.it/index.php/finxit/article/view/16 <p>Questo contributo passa in rassegna gli studi sulle pseudo-iscrizioni arabe tra la metà del XIX e la metà del XX secolo. Il metodo formalista, basato sull’utilizzo di disegni in bianco e nero per illustrare le caratteristiche degli ornamenti, ha spesso portato a trascurare il significato, gli effetti visivi, e le proprietà tecniche dei motivi. Attraverso esempi specifici, l’articolo tenta di spiegare l'uso dei termini «cufico» e «pseudo-cufico» per designare un’ampia varietà di segni grafici. L’attenzione particolare rivolta all’arte romanica nei primi studi potrebbe essere in parte responsabile dell’applicazione della parola «cufico» a esempi posteriori ispirati alle scritture corsive. L’ampio utilizzo del termine «pseudo-cufico» e il paradigma dell’«influenza orientale» rispondevano così alla difficoltà di denominare e spiegare la presenza di lettere arabe nell’arte cristiana, sottovalutando però la storicità dell’ornamento e degli stili grafici.</p> Sarah Flitti Copyright (c) 2023 Sarah Flitti https://creativecommons.org/licenses/by-nc-nd/4.0 https://finxit.it/index.php/finxit/article/view/16 Tue, 19 Dec 2023 00:00:00 +0000